Pressing del coordinamento sull’amministrazione del comune di Castel San Vincenzo, unica a non aver ancora espresso il proprio parere sulla proposta avanzata dal gruppo energetico e comune che, tra quelli coinvolti dalla nuova centrale, pagherebbe lo scotto più alto in termini di fruibilità turistico- ricettiva del lago. Il coordinamento, attraverso una lettera aperta, si rivolge alla sindaca Marisa Margiotta che, sebbene abbia più volte ascoltato le ragioni del coordinamento e delle varie associazioni che hanno espresso la propria contrarietà a Pizzone II, e che, in un primo consiglio comunale aveva votato il “NO” alla versione “uno” del mega impianto, non ha ancora detto chiaramente cosa intende fare.

Di seguito il testo della lettera inviata in municipio.

All’Amministrazione comunale di Castel San Vincenzo
E p.c. a tutti gli organi d’informazione, loro sedi.

Gentili sig. Sindaco, sigg. Assessori e sigg. Consiglieri comunali,

i cittadini e le associazioni che si ritrovano nel coordinamento NO PIZZONE II hanno a suo tempo salutato con fiducia e soddisfazione l’adozione da parte del Consiglio comunale di Castel San Vincenzo della mozione in cui veniva espressa l’unanime contrarietà alla realizzazione del progetto della centrale idroelettrica PIZZONE II, così come proposto da ENEL.
Suscita invece particolare preoccupazione il silenzio di codesta amministrazione rispetto alla valutazione del progetto rivisitato sulla base delle modifiche annunciate da ENEL (e solo sommariamente illustrate), in occasione dell’incontro dello scorso 28 novembre.
Con questa lettera aperta, oltre a soffermarci sulle ricadute negative e irreparabili che l’opera andrebbe a determinare sugli ecosistemi e sul territorio coinvolti, vorremmo richiamare l’attenzione, ancora una volta e con forza, sui fortissimi impatti che si avrebbero sul lago di Castel San Vincenzo, sull’economia locale e sulle prospettive di sviluppo future dell’intera area.

Le modifiche al progetto sono state rappresentate da ENEL solo per titoli e senza alcuna possibilità di verificarne l’effettiva consistenza, nonché fattibilità. Teniamo ben presente che per opere di tale portata sarebbe sempre possibile effettuare modifiche al progetto in corso d’opera. Questo significa che se alcune varianti risultassero non realizzabili o insufficienti, l’impatto potrebbe rivelarsi molto più traumatico di quanto ci viene oggi raccontato.
Pur tuttavia, volendo prendere per “buone” tutte le opere di mitigazione dell’impatto presentate con il progetto rivisitato, restano alcuni dati incontrovertibili. Il primo di questi riguarda la bellezza e la qualità del lago che verrebbe inevitabilmente danneggiato rispetto allo splendore attuale. Il frequente turbinamento delle acque, la continua variazione dei livelli delle stesse (benché contenuta rispetto all’ipotesi originaria), andrebbero a determinare uno scenario che sia sul piano paesaggistico che su quello dell’ecosistema acquatico sarebbe fortemente compromesso, restituendoci un lago molto meno bello e fruibile rispetto a ciò che oggi apprezziamo e viviamo.

La riduzione dei cantieri dai 6-8 originariamente previsti, ai soli 3 dell’ultima modifica progettuale, andrebbero a determinare una ulteriore concentrazione delle invasive attività di cantiere proprio a ridosso del lago. Anni e anni di lavorazione in prossimità del paese e soprattutto sul perimetro del lago (che per lungo tempo sarà svuotato per la realizzazione dell’opera di presa e per l’adeguamento della diga), realizzerebbero un quadro terribilmente stravolto della realtà esistente. Inevitabilmente, in questo inferno, tutte le attività economiche connesse al turismo e all’attrattività del lago subirebbero un blocco di anni. In buona sostanza si rischierebbe di sperperare tutta la crescita che sul versante turistico in questi ultimi anni è stata raggiunta, e che ha portato Castel San Vincenzo ad essere tra le mete più ambite e conosciute del centro Italia.

Il risultato, dunque, sarebbe il blocco, l’azzeramento dell’economia locale. La realizzazione della centrale quasi certamente costituirebbe la definitiva tomba di ogni futura prospettiva di sviluppo dell’area.

Tutto questo a fronte di quale contropartita? Cosa ci guadagnerebbe Castel San Vincenzo dalla centrale? Vogliamo davvero credere che la realizzazione di qualche opera compensativa e i maggiori introiti dei sovracanoni rivieraschi e BIM possano cambiare le sorti nelle nostre comunità? Possiamo davvero accontentarci delle briciole di oggi in cambio del pane di domani?

Con il rispetto dovuto all’istituzione che rappresentate, ma anche con la grande determinazione di chi sente le proprie radici incarnate nella bellezza, nell’integrità e nella straordinaria ricchezza di questa terra (sentimenti che vogliamo augurarci voi condividiate nella maniera più profonda), rivolgiamo il nostro appello affinché il comune di Castel San Vincenzo ribadisca e rinnovi, con ancora maggior forza, la propria contrarietà rispetto alla realizzazione del progetto ENEL per la realizzazione della centrale PIZZONE II.

Castel San Vincenzo si unisca ai tanti comuni ed enti che si sono già espressi in maniera nettamente contraria alla realizzazione dell’opera. Il PNALM, l’Abate di Montecassino, i comuni di Alfedena e Barrea, quello di Rocchetta a Volturno, quello di Campobasso e per ultimo quello di Isernia. In vario modo ognuno di loro ha affermato che il ridimensionamento del progetto non è rilevante e che quindi va respinto a prescindere.

L’aspetto dirimente è costituito dall’incompatibilità di fondo della realizzazione dell’opera con l’esigenza di tutela della straordinaria biodiversità presente nell’area interessata dal progetto, che in larga parte ricade all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. A ciò si aggiunge l’altrettanto rilevante aspetto di totale contrasto del progetto con quella che riteniamo sia l’unica prospettiva di sviluppo del territorio, basata sulla conservazione e valorizzazione delle emergenze naturalistico-ambientali e archeologiche, sulla tutela e promozione delle tradizioni locali.

Preoccupa infine la presenza, nei giorni scorsi, dei tecnici dell’Enel, gli stessi che abbiamo avuto modo di incontrare in occasione del primo incontro presso il comune, che sono stati visti in giro nel territorio del paese accompagnati da un ex amministratore ora collaboratore di codesta amministrazione per quelli che sono i progetti PNRR. Ora la domanda è semplice, cosa ci facevano queste persone a Castel San Vincenzo? Il silenzio di questa amministrazione è solo nei confronti di coloro che si oppongono al progetto mentre le vie di comunicazione con Enel sono tutt’altro che chiuse, tanto da invitarli ad un nuovo sopralluogo sul territorio?

Il territorio che abbiamo la fortuna di abitare costituisce un patrimonio inestimabile per le nostre comunità ma anche per coloro che vivono lontano dalla nostra terra. Le oltre 38.000 firme a supporto della petizione lanciata in difesa del lago di Castel San Vincenzo ne sono testimonianza.

L’Amministrazione di Castel San Vincenzo non sia dubbiosa e/o esitante, consegni alla storia la sua ferma e assoluta contrarietà alla realizzazione di questo assurdo progetto e si unisca a chi non è disposto a mettere in vendita il patrimonio di ricchezza e bellezza che madre natura ci ha donato.

Castel San Vincenzo, 23 dicembre 2023.